Vuoi conoscere i nostri servizi?
Compila il form per richiedere una consulenza dedicata.
Risponderemo alla tua richiesta nel più breve tempo possibile.
La Giornata Mondiale degli Oceani si celebra l’8 giugno, per ricordare la Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo organizzata dalle Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro.
La Giornata Mondiale degli Oceani si celebra l’8 giugno, per ricordare il giorno in cui, nel 1992, si tenne a Rio de Janeiro la Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo organizzato dalle Nazioni Unite.
Fu un passaggio particolarmente importante nella costruzione di una nuovo approccio nei confronti dei problemi globali quali la povertà, le disuguaglianze economiche tra paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, le crisi sociali ed ambientali.
L’evento pose le basi per inizare ad operare un cambio di rotta profondo: l’obiettivo era (ed è ancora) quello di mettere in discussione il modello di sviluppo che la nostra società aveva adottato fino a quel momento e che era fonte di problematiche difficili da risolvere per una parte considerevole della popolazione mondiale. Ci si rese conto che non poteva essere più rimandato l’impegno per affermare i valori e i fattori positivi propri del concetto di sostenibilità, che da quel momento divenne l’obiettivo principale.
Alla Conferenza parteciparono i rappresentanti dei governi di 178 Paesi, più di 100 capi di Stato e oltre 1000 Organizzazioni Non Governative. Furono sottoscritte due convenzioni e tre dichiarazioni di principi; quei documenti sono, ancora oggi, un punto di riferimento, il seme da cui può nascere una società più equa.
La salvaguardia della natura è una delle azioni fondamentali per garantire quel futuro sostenibile indicato nella Conferenza di Rio de Janeiro e gli oceani hanno un ruolo centrale nella vita dell’uomo. I dati forniti dalle Nazioni Unite ci aiutano a capire meglio questo aspetto: il 97% dell’acqua del pianeta è quella salata e occupa i tre quarti della superficie terrestre; più di tre miliardi di persone, per il loro sostentamento, dipendono dalla biodiversità marina e costiera, qui, infatti, si trova la più grande riserva di proteine al mondo e le industrie ittiche danno impiego a 200 milioni di persone.
A fronte di tutto questo c’è però una pecentuale che ci deve far riflettere ulteriormente: il 40% degli oceani risente pesantemente delle attività umane che comprendono inquinamento, esaurimento delle riserve ittiche e la perdita di habitat naturali costieri. Prendersi cura degli oceani è essenziale per la vita di ognuno di noi, anche perché producono il 70% di ossigeno.
È quindi ampliamente giustificata l’istituzione di una giornata appositamente dedicata a questo complesso ecosistema quotidianamente minacciato. Una delle protagoniste in negativo di questa sistuazione è la plastica, presente, come ci indica nel 2018 il Parlamento Europeo, con 150 milioni di tonnellate di rifiuti, una vera e propria invasione che determina coseguenze catastrofiche ormai evidenti. Per quanto riguarda l’economia il costo dei rifiuti marini era stimato, quattro anni fa, fra i 259 e i 695 milioni di euro, che pesano soprattutto sui settori turistico e ittico.
Sono passati esattamente trent’anni dalla Conferenza di Rio; se è vero che in questo periodo molto è stato fatto per sollecitare l’attenzione pubblica, quella dei rappresentanti dei sistemi economici-finanziari e dei governi, purtroppo non si può dire la stessa cosa dal punto di vista pratico, perché i risultati sono ancora insufficienti.
È molto complicato combattere l’inquinamento, perché mette in discussione i nostri comportamenti quotidiani e i processi di sviluppo e di produzione di una società globalizzata che troppo lentamente e con poca efficacia tenta di cambiare i meccanismi che la caratterizzano. La sostenibilità ambientale è un tema attuale ed urgente ed è per questo che le Nazioni Unite hanno recentemente rilanciato attraverso l’Agenda 2030 gli obiettivi da raggiungere, per restituirci un mondo migliore e lasciare un’eredità più vivibile alle future generazioni.